A Soletta, il 4 marzo, 44 agenti di polizia hanno ricevuto il diploma dell’esame professionale superiore (EPS) di agente di polizia con diploma federale. La cerimonia ha rappresentato il coronamento di un percorso impegnativo, caratterizzato in particolare dalla redazione di un lavoro di diploma su una tematica legata al lavoro quotidiano della polizia.
L’esame professionale superiore è rivolto agli agenti di polizia con almeno cinque anni di esperienza in grado di provare almeno 40 giorni di formazione continua. È il riconoscimento delle competenze necessarie per un posto al primo livello gerarchico e permette di accedere alle formazioni superiori dette «CAS».
Le 44 persone che hanno ricevuto il diploma provengono da 12 diverse polizie cantonali, da 4 corpi di polizia comunali, dall’Ufficio federale di polizia (fedpol), dalla Polizia dei trasporti FFS e dalla Guardia Svizzera Pontificia. La maggioranza viene dalla Svizzera tedesca, cinque dalla Svizzera romanda e altri cinque dal Ticino. Tra le persone che hanno ricevuto il diploma ci sono tre donne.
Dopo essere ammessi all’esame, i candidati hanno cinque mesi per redigere il lavoro di diploma, che permette loro di sviluppare «una riflessione personale sulla soluzione da apportare ad una problematica complessa tratta dalla quotidianità della propria professione». I candidati sono poi valutati sulla base del lavoro di diploma e della relativa discussione orale, seguita da domande.
Durante la cerimonia, Stefan Aegerter, direttore dell’Istituto Svizzero di Polizia, ha sottolineato quanto sia stato impegnativo il percorso dei candidati, con i quali si è congratulato per il continuo impegno a favore della sicurezza del nostro Paese. Ha poi citato l’agitazione dell’attuale contesto internazionale, aggiungendo: «Dopo due anni di pandemia e nonostante le tristi notizie legate alla guerra in Ucraina, siamo lieti di accogliervi in questo luogo per festeggiare il vostro successo».
Anche Anojen Kanagasingam, che ha ricoperto la funzione di moderatore della cerimonia, ha reso omaggio all’impegno dei diplomati: «Questo periodo intenso, segnato da grandi sacrifici, vi ha permesso di appropriarvi di esperienze e conoscenze che ora potrete mettere al servizio della sicurezza pubblica».
È intervenuto anche il dott. Stephan Klossner, che nel condividere la sua esperienza di arbitro di calcio, ha sottolineato i paralleli tra la sua attività sui campi calcistici e la quotidianità della polizia. In particolare, ha evidenziato che le due attività sono accomunate dall’impossibilità di accontentare tutti e dal fatto che sono percepite come un «male necessario»; ha poi ringraziato i membri dell’assistenza per il loro impegno.
Durante la cerimonia, è stato consegnato anche il premio all’innovazione FSFP 2021 a Christian Münger, della Polizia cantonale Berna, per il suo lavoro sulla «cop culture». Con «cop culture» si intende lo spirito comunitario che permette agli agenti di polizia di affrontare la tensione dovuta alla dicotomia tra il pericolo onnipresente e l’ideale di giustizia che li anima. Questo spirito comunitario può aiutare gli agenti di polizia a superare le difficoltà della professione attraverso un sostegno reciproco, ma può anche rappresentare un rischio quando, per esempio, li spinge a chiudere un occhio in caso di azioni biasimevoli commesse dai colleghi.
Christian Münger, che ha scoperto che la «cop culture» non rappresenta un problema all’interno della Polizia cantonale Berna, spera che il suo lavoro possa essere uno spunto di riflessione per parlare di più di questa tematica.
L’Istituto Svizzero di Polizia si congratula con tutti i diplomati per gli ottimi risultati raggiunti.